I consigli per coltivare semi autofiorenti in vaso o nel terreno

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È aumentato l’interesse nei riguardi della coltivazione della cannabis e sono tante le persone che cercano di acquistare semi per dedicarsi alla coltivazione. Tra i più apprezzati ci sono sicuramente i semi autofiorenti. Questi ultimi sono davvero vantaggiosi, perché non sono fotoperiodici e quindi non sono vincolati ai cicli di luce. Inoltre sono convenienti da coltivare, perché riescono a maturare in tempi piuttosto rapidi. Anche per questo motivo costituiscono un’ottima soluzione per chi per la prima volta si vuole dedicare alla coltivazione della cannabis. Poiché non raggiungono altezze molto elevate, possono essere coltivate anche outdoor. Ma che cosa bisogna sapere sulla coltivazione dei semi autofiorenti? Cerchiamo di capirne di più, con alcuni consigli specifici sull’argomento.

Quando piantare i semi autofiorenti

Dopo aver comprato i semi autofiorenti su alcuni store online, come per esempio Fast Buds, per avere dei prodotti di qualità, molti si chiedono quando iniziare la coltivazione, ovvero quale sia il periodo migliore per poter piantare i semi.

Da questo punto di vista dobbiamo dire che non c’è un momento migliore dell’anno che va considerato rispetto agli altri periodi. L’unico fattore da tenere presente è che le piante dovrebbero essere esposte almeno per dieci ore al giorno alla luce naturale. Quindi proprio per questo motivo si potrebbe pensare di procedere ad iniziare la coltivazione nel periodo primaverile.

Un suggerimento importante è quello di collocare le piante nella zona esposta a Sud, per ottenere il massimo effetto dall’esposizione alla luce.

È meglio piantare in vaso o nel terreno?

Un altro dubbio che hanno coloro che si dedicano alla coltivazione dei semi autofiorenti consiste nel fatto se sia meglio scegliere il vaso o il terreno. Specialmente il dubbio può sorgere quando si ha a che fare con le coltivazioni in giardino.

Rispondiamo anche a questa domanda, ossia cerchiamo di capire se è meglio il vaso o il terreno. Gli esperti consigliano solitamente il vaso, perché i vasi possono essere spostati più facilmente per beneficiare meglio dell’esposizione alla luce.

In particolare ci si dovrebbe concentrare su alcuni tipi di vasi, come per esempio quelli in feltro, perché essi consentono di apportare delle modifiche, come la potatura delle radici. E questa è sicuramente un’azione che migliora i risultati della coltivazione.

La gestione dell’irrigazione

Le piante che derivano dalla coltivazione dei semi autofiorenti non hanno bisogno di quantità eccessive di acqua, quindi anche la gestione dell’irrigazione diventa piuttosto semplice, in quanto bisognerebbe evitare di eccedere.

Un’attenzione particolare invece deve essere data alle sostanze nutritive di cui le piante possono essere arricchite. In questo senso si dovrebbe procedere più ad un rilascio graduale.

Quando è il momento di raccogliere?

Qual è il momento più giusto per potersi dedicare alla raccolta? Anche in questo senso le opzioni sono variabili, perché ci sono alcune varietà di piante che maturano nel corso di 50 giorni, mentre altre richiedono circa 80 giorni.

Per capire se è il momento giusto, bisognerebbe prestare attenzione ai tricomi e alle loro caratteristiche. I tricomi sono sulla cima della pianta e sulle foglioline. Bisogna osservarli attentamente, anche con l’aiuto di una lente, anche per capire se hanno raggiunto un colore che tende all’ambra.

Quando raggiungono questa colorazione, si può procedere alla raccolta, procedendo con il taglio dei rami, che devono essere tagliati mentre le cime sono ancora attaccate.

È opportuno, quindi, per tutti questi motivi scegliere sempre prodotti di qualità, affidandosi a store online che offrono servizi ottimi e che forniscano anche dei consigli su quali sono i semi più adatti alla coltivazione anche per chi per la prima volta si approccia all’argomento. I semi autofiorenti da questo punto di vista rappresentano, come abbiamo già specificato, una soluzione ottimale.