La strada per il sacerdozio inizia dalla vocazione. La chiamata di Dio per un uomo può arrivare in qualunque momento, a qualunque età. Regalare la propria vita a Dio e mettersi al servizio degli altri è una scelta di vita che molti decidono di intraprendere.
Il cammino per diventare preti segue un iter piuttosto preciso, con una serie di rinunce da dover mettere in conto e prove alle quali sottoporsi strada facendo.
Quindi come si diventa sacerdote in una società basata sul consumismo ed in cui le rinunce sono considerate alla stregua di sconfitte e disfatte?
Anche riuscendo a superare tutti gli ostacoli che disturbano il cammino di un aspirante sacerdote, rimane poi sempre il dubbio di come vivono i sacerdoti concretamente. Percepiscono uno stipendio? Sono costretti a dire la messa tutti i giorni anche quando non ne hanno voglia? Devono pagare le tasse? I quesiti sono tanti ma vediamo di fare chiarezza su alcuni di questi.
Come si diventa sacerdote: dal seminario all’investitura
Una volta deciso di intraprendere la strada che porta al sacerdozio, la prima cosa da fare è quella di iniziare un percorso di studi della durata di otto anni. L’istituto preposto ad insegnare ai sacerdoti è il Seminario. Chi entra in Seminario avendo già conseguito una laurea, può diminuirne gli anni.
Come detto, il percorso totale di studi deve essere di otto anni; questo significa che chi ha una laurea triennale, dovrà conseguire solo altri 5 anni di Seminario.
Le facoltà più pertinenti per diventare sacerdote sono:
• Teologia
• Storia
• Filosofia
Alla teoria dei libri è necessario affiancare anche quella pratica, direttamente in parrocchia, seguendo le attività che vi si svolgono.
Per entrare in Seminario è obbligatorio sottoporsi ad un test nel quale sono poste domande personali, sull’eventuale livello di studio e sulla propria vocazione.
Le materie studiate in Seminario sono:
• Storia della chiesa
• Latino
• Greco
• Teologia dogmatica
• Teologia morale
• Filosofia
• Canti gregoriani
• Legge canonica
• Esegenesi
Oltre a queste, è richiesto anche un anno di studio spirituale.
Usciti dal Seminario, gli studenti conseguono il titolo di Diacono, che manterranno per almeno sei mesi.
Successivamente il Vescovo chiamerà ai Sacri Ordini i Diaconi e, alla fine del percorso formativo e dopo essere stati chiamati ai Sacri Ordini, viene assegnata la parrocchia in veste ufficiale di sacerdote.
La vita quotidiana di un Prete
Un sacerdote ha molti obblighi e responsabilità verso Dio, la Chiesa e i suoi parrocchiani. Le giornate sono sempre piene e richiedono costanza ed impegno.
Al di là delle normali attività quotidiane, che chiunque compie (mangiare, fare la spesa, ecc…) un sacerdote dedica il proprio tempo alla preghiera e agli altri.
Si occupano poi della preparazione di omelie, degli incontri di preghiera o di quelli di catechesi, oltre a incontrare le persone che si recano a parlare con loro.
Amministrano i sacramenti tra cui quello della Confessione, oltre ai matrimoni, funerali, e ovviamente la messa, cioè il sacramento dell’Eucarestia.
In ultimo, si occupano dei propri parrocchiani, facendo visita a chi non ha la possibilità di recarsi autonomamente da loro.
Il sacerdozio come professione
A tutti gli effetti il sacerdozio è riconosciuta come un vero e proprio lavoro; di conseguenza, i preti, per il loro operato, ricevono una retribuzione.
Questa varia a seconda dell’anzianità e del ruolo svolto all’interno della Chiesa. Ad esempio un parroco, riceverà uno stipendio inferiore rispetto ad un vescovo.
L’organo preposto a stabilire la soglia di reddito di ciascun ecclesiasta, è la CEI ( Conferenza Episcopale Italiana), mentre l’ente che provvede ad erogare le remunerazioni ai sacerdoti è l’Istituto centrale per il sostentamento del clero (ICSC), che si occupa della gestione e dell’amministrazione dei redditi.
Alla luce di tutto questo è più facile adesso capire come si diventa sacerdote.
Si tratta di una vita votata al Signore e alle altre persone, una vita che richiede impegno e dedizione e, per quanto possa essere definita una professione, sarebbe più giusto considerarla una scelta spirituale.